mercoledì 9 gennaio 2013

FORMAZIONE, DISOCCUPAZIONE E POLITICHE EUROPEE



Da recenti studi effettuati in Europa è balzato subito agli occhi che In Italia e in Grecia tutti i giovani con alti livelli di istruzione hanno la stessa identica possibilità di rimanere disoccupati di quelli che posseggono basse qualifiche.

Questo non può non mettere in luce limiti dei sistemi di istruzione e formazione e in particolare l’esistenza di un ‘mismatch tra competenze delle persone senza lavoro in cerca di occupazione e quelle richieste per le posizioni lavorative vacanti’.

Come è possibile quindi ridurre tale divario attraverso l’offerta formativa nelle università italiane?


- una migliore conoscenza del mercato del lavoro attraverso un’attenta osservazione e analisi dei bisogni formativi. Detto in altri termini diventa necessario e rilevante operare una lettura delle esigenze del mercato per evitare di disegnare un’offerta formativa e didattica del tutto slegata dalla realtà, o che sia la copia di un mito americano o anglosassone le cui caratteristiche del mercato del lavoro sono totalmente differenti da quello italiano.

- un trasferimento di questa conoscenza acquisita all’interno dei sistemi di istruzione e formazione: i curricula hanno bisogno di essere aggiornati regolarmente e nel breve periodo

- un ampio dibattito pubblico sul cambiamento dei bisogni formativi e migliori servizi di orientamento, utili e necessari per aiutare gli studenti ad operare scelte ragionate e adeguate ai propri percorsi formativi

Per quanto concerne la possibilità di trovare lavoro da parte di laureati che non hanno esperienza pratica (o sul campo), sembra opportuno lavorare ulteriormente su un’integrazione tra percorsi a base scolastica e lavorativa mettendo in atto strategie che possono andare dai percorsi di formazione permanente al potenziamento dell’apprendistato formativo che comporterebbe anche una maggiore responsabilità delle imprese nel fornire formazione.

PROGRAMMI UE PER I GIOVANI

A dicembre l’UE ha esposto delle politiche che garantirebbero ai disoccupati di meno di 25 anni l'offerta di un impiego e corsi di perfezionamento e di formazione.
Circa 7,5 milioni di persone tra i 15 e i 24 anni sono senza lavoro e non partecipano ad alcuna attività di istruzione o formazione.
La crisi economica ha reso molto più difficile trovare lavoro
La disoccupazione colpisce più di un giovane su cinque.
In Grecia e Spagna il rapporto è uno su due.
Per aiutarli, la Commissione propone un pacchetto di misuretra cui una raccomandazione ai paesi dell'UE di attuare un programma che garantisca un lavoro e corsi di formazione agli under 25.
In base al programma i paesi dell'UE garantirebbero ai giovani un'offerta di lavoro, corsi di perfezionamento o possibilità di apprendistato o tirocinio nei quattro mesi successivi al termine degli studi scolastici o alla perdita di un impiego.
La Commissione sosterrebbe i programmi nazionali attraverso finanziamenti europei e creando reti per lo scambio di idee sulle soluzioni migliori per offrire lavoro, corsi di formazione o apprendistati ai giovani.
La Finlandia e l'Austria hanno già attuato programmi di questo tipo. L'iniziativa costerebbe al contribuente circa 21 miliardi di euro, una cifra ben inferiore a quella che si spenderebbe per pagare a queste persone i sussidi di disoccupazione.
Oltre a pesare sui giovani e sui loro familiari, la disoccupazione giovanile assorbe circa l'1,2% del PIL dell'UE, vale a dire 150 miliardi di euro l'anno (calcolando i sussidi versati e la perdita di reddito e di entrate fiscali).

Urge un aiuto immediato
È anche importante dare un aiuto ora ai giovani piuttosto che aspettare la ripresa economica. Più tempo trascorrono senza lavoro e senza esperienza lavorativa, maggiore è il rischio che restino emarginati dal mercato del lavoro quando ripartirà l'economia.
In Europa circa il 30% dei giovani disoccupati non lavora da oltre 12 mesi. 
Nel 2011 erano 1,6 milioni, rispetto ai 900 000 del 2008.

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