Da recenti studi effettuati in Europa è balzato subito agli occhi
che In Italia e in Grecia tutti i
giovani con alti livelli di istruzione hanno la stessa identica possibilità di
rimanere disoccupati di quelli che posseggono basse qualifiche.
Questo non può non mettere in luce limiti
dei sistemi di istruzione e formazione e in particolare
l’esistenza di un ‘mismatch tra competenze delle persone senza lavoro in
cerca di occupazione e quelle richieste per le posizioni lavorative vacanti’.
Come è possibile quindi ridurre tale divario attraverso l’offerta
formativa nelle università italiane?
- una migliore conoscenza del mercato del lavoro attraverso
un’attenta osservazione e analisi dei bisogni formativi. Detto in altri termini
diventa necessario e rilevante operare una lettura delle esigenze del mercato
per evitare di disegnare un’offerta formativa e didattica del tutto slegata
dalla realtà, o che sia la copia di un mito americano o anglosassone le cui
caratteristiche del mercato del lavoro sono totalmente differenti da quello
italiano.
- un trasferimento di questa conoscenza acquisita
all’interno dei sistemi di istruzione e formazione: i curricula hanno bisogno
di essere aggiornati regolarmente e nel breve periodo
- un ampio dibattito pubblico sul
cambiamento dei bisogni formativi e migliori servizi di orientamento, utili e
necessari per aiutare gli studenti ad operare scelte ragionate e adeguate ai
propri percorsi formativi
Per quanto concerne la possibilità di trovare lavoro da
parte di laureati che non hanno esperienza pratica (o sul campo), sembra
opportuno lavorare ulteriormente su un’integrazione tra percorsi a base
scolastica e lavorativa mettendo in atto strategie che possono andare dai
percorsi di formazione permanente al
potenziamento dell’apprendistato formativo che
comporterebbe anche una maggiore responsabilità delle imprese nel fornire
formazione.
PROGRAMMI UE PER I GIOVANI
A dicembre l’UE ha esposto delle politiche che garantirebbero
ai disoccupati di meno di 25 anni l'offerta di un impiego e corsi di
perfezionamento e di formazione.
Circa
7,5 milioni di persone tra i 15 e i 24 anni sono senza lavoro e non partecipano
ad alcuna attività di istruzione o formazione.
La
crisi economica ha reso molto più difficile trovare lavoro
La
disoccupazione colpisce più di un giovane su cinque.
In
Grecia e Spagna il rapporto è uno su due.
Per
aiutarli, la Commissione propone un pacchetto di misuretra cui una
raccomandazione ai paesi dell'UE di attuare un programma che garantisca un
lavoro e corsi di formazione agli under 25.
In
base al programma i paesi dell'UE garantirebbero ai giovani un'offerta di
lavoro, corsi di perfezionamento o possibilità di apprendistato o tirocinio nei
quattro mesi successivi al termine degli studi scolastici o alla perdita di un
impiego.
La
Commissione sosterrebbe i programmi nazionali attraverso finanziamenti europei
e creando reti per lo scambio di idee sulle soluzioni migliori per offrire
lavoro, corsi di formazione o apprendistati ai giovani.
La
Finlandia e l'Austria hanno già attuato programmi di questo tipo. L'iniziativa
costerebbe al contribuente circa 21 miliardi di euro, una cifra ben inferiore a
quella che si spenderebbe per pagare a queste persone i sussidi di
disoccupazione.
Oltre
a pesare sui giovani e sui loro familiari, la disoccupazione giovanile assorbe
circa l'1,2% del PIL dell'UE, vale a dire 150 miliardi di euro l'anno (calcolando i sussidi versati e la
perdita di reddito e di entrate fiscali).
Urge un aiuto immediato
È
anche importante dare un aiuto ora ai giovani piuttosto che aspettare la
ripresa economica. Più tempo trascorrono senza lavoro e senza esperienza
lavorativa, maggiore è il rischio che restino emarginati dal mercato del lavoro
quando ripartirà l'economia.
In
Europa circa il 30% dei giovani disoccupati non lavora da oltre 12 mesi.
Nel
2011 erano 1,6 milioni, rispetto ai 900 000 del 2008.
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